P.S. Avviso ai lettori arrivati qui per la prima volta: le vicende di questo blog seguono, in parte, un filo logico che comporta una sequenza temporale degli eventi. Per comprendere in pieno le vicende di Ciro, si raccomanda di cominciare a leggere in senso inverso dal post meno recente, risalendo verso l'ultimo post pubblicato.

martedì 8 aprile 2008

Cos'è che dimenticavo?

Sono stati mesi di intenso nervosismo, lo ammetto.

Mi sono ridotto uno straccio, barba incolta, igiene personale a dir poco discutibile...

La mente girava a mille, in un vorticoso turbine di preoccupazioni e pensieri.

Il governo che sembrava dovesse cadere da un momento all'altro... e infatti alla fine è caduto, riproiettandoci nel baratro dell'incertezza politica... ma non era questo che mi tormentava.

Sentivo che c'era dell'altro, ma non riuscivo a focalizzare.

Il contratto di lavoro mi era stato rinnovato solo fino a Febbraio, lasciandomi come sempre nell'indeterminatezza economica, con un occhio speranzoso al futuro e l'altro a guardarsi dietro le spalle, preoccupato che i creditori mi raggiungessero... ma per quanto questo fosse motivo di preoccupazione, non era questo ad angosciarmi.

Sentivo che c'era dell'altro, ma non riuscivo a visualizzarlo.

Fino a quando l'altro giorno mi è arrivato il sollecito per andare a ritirare il pacco alla posta, quello che giaceva lì da settembre... e mi sono ricordato! Ciro! Ciro poteva ancora essere lì... il sangue del mio sangue abbandonato per mesi e mesi in un freddo deposito delle poste... Ecco cos'era che mi rodeva dentro.

L'indomani mattina, dopo la colazione al bar sotto casa e una discussione con i vicini su cosa fare con l'inquilino del sesto piano, la cui collezione di farfalle disturba il vicinato col suo incessante battere di ali, sono andato alla posta. Ho trovato una confusione degna dei giorni migliori, manco ci fosse il 3X2 delle pensioni, per sentirmi dire una volta arrivato il mio turno che non c'era nessun pacco per me. Preso dallo sconforto stavo per andarmene, quando ho visto un bimbo in tutto e per tutto simile a Ciro che giocava con gli impiegati delle poste, dietro i vetri di sicurezza.

Ho battuto forte i pugni contro il vetro, l'ho chiamato: Ciro!!!

Lui si è girato, mi ha guardato con gli occhi che si riempivano di lacrime, è corso fino alla doppia porta di sicurezza dell'ufficio, l'ha aperta e mi è venuto incontro, abbracciandomi.
Dopo minuti di intensa commozione, l'ho scostato da me, e con le braccia sulle spalle gli ho detto.

- "Ciro a papà, quanto mi sei mancato... ehm... oggi".
Mi ha risposto: "A papà? Ah, pensavo fossi quel barbone che viene a riscuotere la pensione sociale ogni 5 del mese".
- "No Ciruzzo beddu, sono papà"
- "Aiutoooooooooo"
- "Non ci fate caso, è l'emozione... non ci vedeamo da quasi un anno..."
- "Aiutoooooooooooooooooo"
- "Ciro, non fare così, l'emozione passerà... ti porto a casa".

E così siamo tornati alla nostra normalità domestica.

Che dire? L'ho trovato un po' rammollito. Vuole raccontate le favole per andare a dormire, cerca le coccole, vuole fare merenda tutti i giorni. Ma dico, 'sto ragazzino più passa il tempo e più regredisce? Mah.

Gli ho anche dovuto dare una brutta notizia.

Mi ha chiesto: "Ma Caccolo non c'è?"
- "No Ciro, purtroppo Caccolo è morto."

Si vede che l'ha presa male, aveva una smorfia così strana che uno stupido avrebbe pure potuto scambiarla per un sorriso. Allora per rassicurarlo gli ho detto: "Caccolo è morto dal dispiacere quando sei sparito... o forse perché ho dimenticato di dargli da mangiare per un mese... lo sai che non le ricordo mai queste cose... Comunque non ti preoccupare a papà, domani ti compro un coccodrillo."

Mi è parso rasserenato. L'ho messo a letto, gli ho letto la favola come mi chiedeva, e non avendo nulla di specifico mi sono indirizzato sulla parte centrale di un libro di avventure per ragazzi che mi era piaciuto tanto da giovane, Frankenstein di Mary Shelley... e si è addormentato sereno.

Io sono andato a guardare la tv... e di nuovo, stranamente, quella sensazione che mi rodeva dentro... come qualcosa di irrisolto.

A un certo punto si presenta Ciro e mi fa: "Papà, ho sete."
- "Eh, a papà, prendi l'acqua in frigo"
- "Non ce n'è più"
- "E prendila dalla credenza"
- "Finita anche lì"
- "Ciro a papà... apri il rubinetto e..."
- "Dal rubinetto non esce niente"
- "Cazzarola, ecco cos'era che mi rodeva davvero! Dovevo pagare la bolletta dell'acqua! E dire che ho fatto tutta quella fila alla posta inutilmente... no Ciro a papà, non dico per te, ma..."
- "Papà, ma io ho sete"
- "Ciro a papà, prendi un bicchiere e raccogline un po' dal fondo del water. Male non ti farà".

Mah, i ragazzi di oggi...

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